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Laborintus, pubblicato nel 1956, è l'opera prima di Edoardo Sanguineti e quella che traccerà la via di tutta la sua produzione successiva: in 27 sezioni vi si racconta l'attraversamento di un paesaggio lunare, che è figura della terra postatomica, da parte di personae che si incontrano, si cercano, si allontanano, provano ad amarsi e continuamente si trasformano. Il poeta tiene insieme materiali disparati e maledetti, utilizza linguaggi eterogenei, copre temi ancora attualissimi che vanno dalla corporeità alla globalizzazione. È insomma un'opera assai complessa e atipica nel panorama italiano, tanto da richiedere un'esegesi sul modello della Divina Commedia. Erminio Risso ha condotto tale analisi - le sezioni, riprodotte integralmente, sono introdotte, commentate e annotate - entrando nell'officina del poeta, nel suo laboratorio, nel tentativo di portare alla luce l'intera struttura del testo e ne ha indagato le diverse componenti per mostrare e descrivere l'atteggiamento sanguinetiano verso la letteratura e, più globalmente, la realtà, e illuminare così il percorso di scrittura di un materialista storico: la sua Bildung e la sua enquéte. Questa edizione, integrata e completata alla luce di nuovi materiali, è accresciuta da una Introduzione di Erminio Risso e da un'Appendice con scritti di Sanguineti sulla sua poetica e sulla genesi di Laborintus, simbolo insuperato delle radicali sperimentazioni neoavanguardistiche.